Marini, Allegrini cosa aspettate a mollare Berlusconi?
Pubblicato il 11 novembre 2011 in: Attualita, L'Analisi, Politica,
- Tra le tante riflessioni che mi suscita il declino politico e umano di Silvio Berlusconi mi colpisce molto quella riguardante il profilo psicologico, individuale e collettivo, al quale sta inducendo gli italiani.
L’imprenditore di successo, l’uomo della vitalità, della gioia e dell’ottimismo li sta infatti consegnando, col suo protagonismo testardo e straripante, ad un umore cupo, timoroso, pessimista, costringendoli a guardare al futuro come a un orizzonte fatto di grandi incertezze e difficoltà.
Il berlusconismo ha segnato profondamente l’immaginario degli ultimi decenni italiani dissolvendo vecchie certezze, frantumando i corpi sociali intermedi, esaltando l’individuo consumatore. E’ noto che un testo prediletto dal cavaliere di Arcore è “L’elogio della follia” di Erasmo da Rotterdam: ma dove è oggi quella carica visionaria, quella fantasia guizzante che dalle case di Milano 2 alle televisioni commerciali, dal Milan a Forza Italia fino al predellino ha segnato la sua storia?
Nel bel documentario “Silvio forever” non mancano gli aspetti duri della sua vicenda umana e politica, fino agli scandali sessuali, ma ne esce fuori il ritratto di un uomo che ci sa fare, simpatico e ottimista. Oggi, al termine di quella parabola, ci rimane l’immagine triste di un vecchio alla ricerca disperata del simulacro della sua gioventù, mentre il cupio dissolvi della sua fine politica è segnata da un governo non più in grado di svolte decisive, prigioniero della sua debolezza e squalificato sul piano internazionale.
Non resta che staccare la famosa spina: ma qui non vorrei che il vecchio riflesso d’ordine degli uomini cresciuti nel Pci inducesse il presidente della Repubblica a frenare in vista di una qualche incertezza che il clima elettorale possa generare. Non c’è tempo da perdere!
Finanche editorialisti come Sergio Romano e Ernesto Galli Della Loggia, il simbolo stesso della pubblicistica moderata, hanno “mollato gli ormeggi” e chiedono ai parlamentari della maggioranza di dare un segno di responsabilità. Anche Confindustria ha dato il benservito a questo governo: attendere oltre non può che logorare ulteriormente la situazione e farci rischiare seriamente un avvitamento economico e sociale, da cui potrebbe essere difficile per molti uscirne indenni.
Sindaco Marini, senatrice Allegrini, non pensate che le elettrici e gli elettori della Tuscia ricorderanno questo vostro indugiare? O pensate che il Capo sarà ancora in grado di garantire posti in un nuovo parlamento-porcellum e tanto basta? La fedeltà a Berlusconi è più importante della lealtà verso la nazione? Volete bere fino in fondo l’amaro calice di questo declino che si sta compiendo? Perché non scrivere un capitolo nuovo in questa autobiografia della nazione?
Valerio De Nardo